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GREEN RETAIL FORUM 2022

GRF Talks: I talk della sostenibilità

In un’epoca in cui il tempo non è più scandito dai ritmi della natura e neppure dagli orari di lavoro, sono ancora più forti il desiderio e l’illusione di poterlo controllare. Si è diffusa l’idea che il nostro tempo debba adattarsi in ogni momento a qualsiasi esigenza di consumo. I grandi player del retail, di conseguenza, sono diventati i primi ambasciatori di questa cultura e hanno introdotto nuovi modelli che incidono fortemente sulla filiera e sulle abitudini quotidiane dei consumatori.

La capillare penetrazione dell’e-commerce, il click & collect, l’offerta all-inclusive di Amazon Prime, le nuove modalità di pagamento e il delivery sempre più veloce sono gli esempi più emblematici di come il retail risponda alla necessità di risparmiare, controllare, guadagnare tempo. Scopo del nostro primo talk, che anticipa e integra la dodicesima edizione del Green Retail Forum, è stato mettere a confronto e valutare da ogni lato le opportunità e i rischi di questa rivoluzione, nell’interesse di un retail che mira alla creazione di valore condiviso.

Siamo davvero padroni del nostro tempo?

La grande distribuzione si colloca in primo piano nel soddisfare un’esigenza del consumatore che, nel corso degli ultimi anni, ha assunto un valore sempre più importante: il risparmio di tempo, inteso come risorsa vitale che implicitamente possiede anche un valore economico. Come i retailer interpretino questo ruolo, e quali concrete politiche industriali sperimentino per metterlo in atto, fa la differenza nel loro posizionamento etico, sociale e storico. Oggi i retailer si distinguono anche per come rispondono alle sfide lanciate dal quick-commerce, che minaccia di sottrarre quote di mercato decisive. La velocità non è, a ben guardare, l’unico campo su cui misurarsi. Se da un lato il progresso tecnologico ha certamente permesso alla GDO di velocizzare ogni fase della filiera, dal produttore al consumatore finale, dall’altro, solo considerando il consumatore come cittadino si può veramente valutare la qualità e la sostenibilità di ogni innovazione. Naturalmente anche la politica deve fare la sua parte, proponendo un modello di città a misura d’uomo e uno stile di vita “a basso consumo” che favoriscano non solo a parole l’innovazione sostenibile, premiando i privati che si distinguono e contribuiscono attivamente a questa trasformazione. I Sustainable Development Goals fissati dall’ONU individuano le aree di intervento su cui i governi sono chiamati a mobilitarsi.

Diana Alessandra De Marchi

Va rivista la considerazione che abbiamo del tempo. Il tempo non va scisso in tempo del lavoro, tempo di relazione, tempo di vita, tempo di affetti, tempo di consumo. Tutto fa parte del tempo della nostra vita. Ed è tutto tempo che va valorizzato nel rispetto dei diritti.

Giorgio Santambrogio

Non è vero che il cliente ha sempre ragione. Ha ragione fino a quando le sue esigenze non vanno a ledere i diritti del lavoratore. Dobbiamo organizzare dei processi che funzionino e che permettano di soddisfare le esigenze del cliente senza precludere i diritti della filiera.

Grégoire Kaufman

Il punto vendita fisico ha dimenticato il suo ruolo sociale. I clienti, più che risparmiare tempo, hanno bisogno di trovare una sensorialità e un luogo di incontro.

Riccardo Taverna

Ci sono imprenditori riconosciuti come gestori umani. L'umanità è prendersi cura di qualcuno nei tempi e nelle modalità che la persona richiede.

Oggi il retail è alla ricerca, spontaneamente o per richiesta della collettività, di un bilanciamento tra profitto e innovazione sociale. Il tempo del consumo non può andare a discapito del tempo della vita, come neppure del lavoro. I supermercati aperti 24 ore o i servizi di delivery sempre attivi a costi irrisori sollevano nuove questioni, urgenti. Se la tutela dei diritti fa necessariamente parte delle responsabilità di un’azienda, oggi anche l’armonizzazione tra il risparmio di tempo e la creazione di valore condiviso diventa una componente fondamentale del purpose aziendale. Spunti importanti provengono anche dal terzo settore, come dimostrato dall’esperienza di “Consegne Etiche” in Emilia Romagna, cooperativa che propone un’alternativa promettente alle logiche verticistiche dei delivery tradizionali. Per intraprendere un cammino virtuoso, del resto, è impossibile contare solo sulle proprie forze. Occorre che tutti i soggetti della filiera e della società condividano un insieme di valori, pratiche e conoscenze tecniche volte al miglioramento della vita di tutti.

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